Stasera mi sono lasciata sprofondare nelle maglie di un affetto antico. E’ stato un po’ come buttarsi all’indietro e dubitare per un breve istante e commuoverti quando avverti la presa.
Gorizia. Interno notte. Tre uomini e una donna siedono attorno a un tavolo. C’è una luce calda nella stanza che rivela i chiaroscuri dei volti. I tre uomini sono belli e stanno invecchiando; la donna li osserva e riconosce gli strati che il tempo imbecille ha distribuito sui loro corpi. Ma è un momento, e con gli occhi glieli strappa di dosso. Il fumo delle sigarette disturba quello che ha smesso di fumare, il Rosso d’Avola ha reso uno di loro più allegro, un terzo si vanta delle sue conquiste, tutti gli altri lo prendono per il culo, il quarto prende il coraggio a due mani e comincia: volevo dirvi che. E avverte la presa.
Avi, non fare così che poi mi gaso 🙂
non ho parole (il sublime è inesprimibile)
Tre grazie, tre baci.
Letti tutti i post da agosto ad oggi, ho deciso di leggerti spesso. Cercherò di guardare anche gli arretrati. Mi intriga specialmente il notiziario letterario dalla Spagna. Ma scrivi bene in genere.
Saluti
E’ una perla, questo post, lo sai?
non ho più bisogno di andare al cinema oggi 🙂