Porcellino d’India

Vorrei comprare una cavia, un porcellino d’India quindi, e non per farci cose strane ma perché veramente l’apprezzo come animale e lo trovo molto tenero, anche molto peloso, e poi dicono che è indipendente, nel senso che lo puoi lasciar marcire nella gabbia da solo pure per due-tre giorni senza cacarlo proprio, che per chi fa una vita sbattuta è un gran pregio, aver una bestiola scevra da turbe emotive.
Tuttavia, non saprei dove andarlo a pigliare, né come valutarlo, poiché non vorrei finire con in mano una sòla, un porcellino d’India piagnucoloso e/o mammone o insicuro, di cui dover avere cura, perché io da una cavia di laboratorio voglio sicurezza, e non un peso in più alla mia vita, che vi assicuro è già abbastanza drammatica per i fatti suoi. Ma mentre qualsiasi coglione potrebbe consigliarmi di guardare i denti o il pelo per sgamare malattie, il carattere del porco come l’addivino? E se si rivela scostumato o petulante, posso tornarlo indietro? E con che faccia restituisco al negoziante un animale bianco e giallo, peloso, proverbiale per il suo aspetto cartoonesco, dicendo che non ne tollero i magoni? Non passerei per folle e cinico bastardo, o almeno per un uomo pratico, che potentemente e risolutamente mi rifiuto di essere?
Questi sono dubbi seri che uno se ne fa un problema se non una malattia.

Questo è l’ultimo libro Untitl.Ed, è il numero 11 e si intitola Animanti. Lo so che non è questo il punto ma a me ha fatto tanto ridere.
Per inciso, la descrizione qui piacerebbe a Capossela.

4 pensieri su “Porcellino d’India

Lascia un commento